INTELLIGENZA MUSICALE

Nel libro “Il segreto di Mozart”, il Dott. Vincenzo Galatro rivela una nuova e rivoluzionaria formula sull’intelligenza musicale. Una teoria che, attraverso studi e ricerche empiriche, ha dimostrato la sua validità sia a livello pratico-operativo che scientifico.
Questa teoria, nuova nel mondo, spiega in modo semplice, ma rigoroso, le strategie di pensiero utilizzate da W. A. Mozart nelle sue più straordinarie ed eccezionali performance musicali.
Nel nostro cervello esistono centri “intelligenti” e specializzati nell’apprendimento musicale, ed è grazie all’attivazione di questi circuiti cerebrali che entra in azione l’intelligenza musicale.
Le più recenti ricerche nelle neuroscienze evidenziano come l’ascolto e la pratica musicale abbiano effetti positivi sulle facoltà cognitive, attivando un numero di parti del cervello superiore a qualunque altra attività umana.
L’intelligenza musicale non è una prerogativa dei soli musicisti, ma può essere sviluppata attraverso un apposito training cognitivo. Così come non vi sono persone del tutto prive di intelligenza, non esistono persone del tutto prive di intelligenza musicale. Cosa dici? Capisco … tu non la pensi allo stesso modo? Capisco, capisco … hai ragione, so a cosa ti riferisci, stai pensando a quella persona insopportabile che lavora con te, che proprio non capisce … o quella persona che ti ha tagliato la strada oggi, ti ha insultato e suonava il clacson perché pensava anche di avere ragione. Certo, in questi casi si fa veramente molta fatica ad immaginare la presenza di quel minimo vitale di materia grigia, ma credimi, spesso sono condizioni, circostanze, e situazioni varie che riducono, in certi frangenti, la capacità di pensare serenamente e lucidamente. Siamo esseri umani, fortemente condizionati, sempre, anche in questo momento. Ma questo non ci impedisce di sognare e impegnarci per essere quel cambiamento che vogliamo vedere nel mondo (la frase finale è di M. Ghandi, so che l’avevi già orecchiata o sentita da qualche parte…, “a certe latitudini”, come dicono le persone colte). “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, “Be the change you want to see in the world”, celebre citazione di Ghandi, attraverso la quale egli esorta la popolazione mondiale ad “agire”. Infatti, non è sufficiente pensare semplicemente di cambiare, occorre sempre e comunque “agire”, per diventare ciò che vogliamo essere.
Comunque, non divaghiamo e torniamo a noi. Partiamo dall’ottimistica ipotesi di partenza: non esistono persone del tutto prive di intelligenza.
Le neuroscienze dimostrano la capacità della musica di sviluppare l’insieme delle abilità cognitive del nostro cervello.
Già in passato la musica era considerata la più elevata delle discipline, tant’è che lo stesso filosofo Platone , più di duemila anni fa si esprimeva così: “Vorrei insegnare alle persone la musica, la fisica, la filosofia: ma soprattutto la musica, perché nel modello della musica sono contenute le chiavi dell’apprendimento”.
L’intelligenza musicale si compone di razionalità ed emotività, ragione ed emozioni, mente e cuore. Nell’intelligenza musicale c’è logica, matematica, ragionamento, ma anche intelligenza emotiva, capacità di sentire, trasmettere e comunicare grandi emozioni.
L’intelligenza musicale è una dimensione dove vivono in equilibrio pensiero ed emozioni. Lo stesso Mozart diceva: “Tre cose sono necessarie per un buon pianista: la testa, il cuore e le dita”.
Nella musica c’è scienza e arte.
Non si può imparare soltanto attraverso la razionalità, ma bisogna utilizzare anche le importanti e fondamentali risorse umane ed emozionali, per superare pensieri radicati e obsoleti che talvolta ci impediscono di vedere l’armonia del creato e la bellezza intorno a noi.
Per questo, vi lascio con una riflessione sulle parole di William Blake, poeta inglese del XVIII secolo:
Vedere un mondo in un granello di sabbia,
e un Paradiso in un fiore selvatico,
tenere l’infinito nel palmo della mano,
e l’eternità in un’ora…
Dio appare, e Dio è luce,
per le povere anime che dimorano nella notte.