L’EFFETTO MOZART

Probabilmente avrai già sentito parlare del fenomeno noto come “effetto Mozart”, una teoria che ebbe grande successo mediatico nel secolo scorso, ma che ricerche successive hanno fortemente ridimensionato. Quindi, su questo argomento la c.d. “scienza ufficiale” è molto critica, e in buona sostanza non crede nel c.d. effetto Mozart.
Se non sai di cosa si tratta o non ne hai mai sentito parlare, ti dico in sintesi cosa afferma questa teoria. Intanto partiamo dalle origini.
L’effetto Mozart è una controversa teoria scientifica elaborata nel 1993 dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher. Secondo i due ricercatori l’ascolto della sonata in re maggiore per due pianoforti (KV 448) di Wolfgang Amadeus Mozart avrebbe causato un temporaneo aumento delle capacità cognitive di un gruppo di studenti volontari, sottoposti ad un test di intelligenza sul ragionamento spaziale.
Questo esperimento venne poi contestato da numerosi articoli, in cui nessuno riuscì a riprodurre i risultati. Da allora, molti divennero scettici e l’esperimento fu ritenuto da alcuni addirittura inattendibile, per il fatto che non fu possibile verificarlo da altri ricercatori in successive prove.
Comunque sia, valida o meno questa teoria, l’ascolto della sonata 448 di Mozart aumenterebbe, solo temporaneamente, l’intelligenza spazio-temporale (ma, come sappiamo, l’essere umano possiede una moltitudine di intelligenze).
Certo, “se bastasse una sola canzone …”, dice il verso di una canzone italiana.
Comunque, senza voler assolutamente criticare la teoria, ora sapete di cosa si tratta e potete anche approfondire l’argomento.
Se volete, potete anche sperimentare da soli i benefici della musica di Mozart e ascoltare la famosa sonata per due pianoforti K448 nel seguente audio.